Sui ROM un "bagno" d'ipocrisia...


Una casa di ROM benestanti (all'estero)

Lo spunto lo ha dato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ma la questione dei ROM non nasce oggi e nemmeno finirà domani. Una foto con alcuni vicini di casa non può risolvere un problema ormai storico sulle comunità ROM in Italia e in Europa. Non è quindi un problema di Firenze come città d'accoglienza, ma un problema legato a una politica di gestione delle minoranze etniche che va oltre la sistemazione della popolazione ROM in un campo nomadi.

A Firenze come altrove le amministrazioni pubbliche si sono sempre prodigate a trovare una sistemazione esclusiva per i componenti di questa etnia. Campi nomadi sono stati costruiti in tutte le periferie delle città, dove gli stessi nomadi, forse, non sarebbero nemmeno voluti stare.
Queste soluzioni a breve e lungo termine non hanno mai portato risultati concreti. Vari sono i motivi e le politiche che potrebbero essere adottate per cercare di arginare un problema d’integrazione della popolazione ROM, oppure di regole da rispettare. In Italia però le regole sono davvero difficili, la popolazione ha una concezione stereotipata della popolazione ROM e la difficoltà che si riscontra oggettivamente, per avviare un processo d'integrazione, è davvero elevata.
Credo che la campagna elettorale sia già avviata e Rossi, che ricordo candidato del centro sinistra per la presidenza della Regione Toscana, ha pensato bene di far parlare di se fotografandosi con i suoi vicini di casa.

L'interno della casa affidata alla famiglia ROM a Firenze

A differenza di altri argomenti di politica comunitaria, quello dei ROM è un problema mai risolto da nessun paese. Il popolo nomade, che ormai nomade non lo è più, tranne qualche particolare occasione, non ha la reale volontà di integrarsi nel paese ospite. Naturalmente la loro cultura è diversa da ogni altra, loro si considerano un popolo senza terra, una nazione globale senza fissa dimora.

A Firenze la politica sui ROM è, come in altri luoghi, affrontata in maniera inclusiva. Si tenta di scolarizzare i giovani perché possano prendere coscienza di come si vive in un paese avanzato, ma che per la gestione del sociale, tanto avanzato non lo è. Si attuano politiche d’inclusione nel tessuto cittadino affidando loro case popolari, come quella che è stata data ai vicini di casa del Presidente Rossi, ma una parte dei fiorentini insorgono perché proprio quella popolazione ridotta allo stremo avrebbe anch'essa bisogno di un alloggio, si vedono scippati di un diritto dalle famiglie ROM.
Leggevo inoltre che alcune famiglie nomadi fiorentine hanno la cittadinanza italiana e sono cittadini come tutti gli altri, ormai le famiglie ROM che frequentano Firenze sono conosciute, riconosciamo le loro facce e le loro siluette ai semafori. Una volta italiani hanno diritto ai servizi sociali offerti dal paese.

Felice del suo nuovo alloggio

Acquisite queste regole, adesso è il momento di lavorare sui doveri della popolazione ROM. Firenze offre un servizio di qualità, aspettiamo un senso di rispetto e gratitudine da parte della questo popolo, che dovrebbe far permeare dentro la propria cultura il senso del dovere, della scolarizzazione, dell'integrazione nel mondo del lavoro senza peraltro intaccare la propria cultura, il proprio essere, rispettando in primo luogo le leggi e le norme del quieto vivere.

Firenze, con la politica giusta, potrebbe essere pioniera nell'integrazione del popolo ROM, ci sono le condizioni e le possibilità per avere una città inclusiva, ma allo stesso tempo libera e sicura.
E' ciò che si aspettano i fiorentini.

Copyright © Filippo Giovannelli - Riproduzione riservata

Commenti

  1. Integrare i ROM ?
    Citando un passo della Bibbia : " Piu' facile che un cammello passi per la cruna di un ago ! "

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