I perché del logo Toscana all'EXPO

Il logo della Toscana all'EXPO
Che in Toscana si pratica una politica di critica di livello molto elevato nessuno può smentirlo. Ce lo ricorda il grande scrittore pratese Curzio Malaparte nella sua opera più famosa "Maledetti Toscani"; invito tutti a leggere le sue pagine per capire fino in fondo quale sia il carattere dei vari filoni di pensiero legato al campanilismo tra le città.
Quando ci si deve confrontare su un argomento specifico, anche la politica fa la sua parte per alimentare i contrasti, quasi sempre poco costruttivi, tra le città toscane...e i loro popoli.
Posso ricordare un episodio di poca importanza che fa però percepire quanto la divisione di campanile sia radicata nella popolazione; mi riferisco a quando un assessore del Comune di Firenze prese accordi con il proprio collega pisano per un piccolo spettacolo in quel di Pisa, all'interno di una festa popolare, di personaggi in costume rinascimentale fiorentini.
Subito la polemica sul giornale, grandi articoli di minaccia si levarono nella regione: "se vengono qua non si garantisce la loro incolumità" si affrettarono a gridare dalla ex città marinara.
Stessa cosa si ripresenta sul l'ormai vituperato logo della partecipazione della Toscana all'EXPO di Milano.
Il sindaco pisano in rivolta perché la Torre di Pisa non appare all'interno delle numerose simbologie del logo.
A parte la strumentalizzazione della ricerca dei risultati su Google di cosa sia più importante nel mondo tra la Torre di Pisa e la Cupola del Brunelleschi propinata da Filippeschi in questa sede, ricerca che potrebbe essere fatta con svariate tipologie di parole chiave ed ottenere risultati diversi a favore o contrari alla causa, è assolutamente inconcepibile la mancanza di coraggio della politica toscana nell'affrontare il tema.
E' quella predisposizione a non essere contro nessuno, all'accontentare tutti, a dire e non dire le cose che fa alimentare tutte queste proteste. E' l'impressione che mi ha trasmesso da subito il logo della Toscana all'EXPO, montagne, trombetti, Pinocchio, olive, musica, fiumi, calici di vino...insomma, di tutto di più.
Inevitabilmente nel voler mettere tutto ci si dimentica sempre di qualche cosa e questa volta la Torre di Pisa è stata messa a pretesto contro la Cupola del Brunelleschi.
Perché allora c'è il calice di vino rosso e non un calice di vino bianco, ma è un fiume o è il mare?
In bocca al lupo alla Toscana delle diversità e dei campanili!
Auguri!!

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Commenti

  1. Io sono molto orgoglioso della litigiosità dei toscani, anche se a volte..
    Io stesso sono abbastanza litigioso e puntiglioso (leggendomi qualcuno gongolerà, dicendo: lo dicevo io!!). Ma tornando all'oggetto: il logo non mi piace per diversi ordini di motivo, ma NON perché manca qualcosa, tipo torre, torri e mare. PERCHE' E' BRUTTO DI SUO. E si capisce bene che non l'ha creato un toscano.E' una ovvietà della serie'mandolini, pizza e vesuvio' con cui gli ovvii, appunto, rappresentano Napoli. A suo tempi il grande M° Guttuso rappresentò la sicilianità con un carretto, ma sulle sponde vi dipinse i moti di Avola, non i pur bellissimi Pupi!. Vall'arrifà! Insisto: delle cose ce ne sono anche troppe in quel logo: sarebbe bene corredarlo con un glossario per interpretarlo. Ma non ne vale la pena!

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