Invasioni Barbariche? No, semplice immigrazione!

Il sarcófago Ludovisi, la battaglia tra Germani e Romani

La storia dell'immigrazione riguarda un gran numero di popoli che sono stati costretti ad emigrare dal loro paese per cercare una vita ed un mondo migliore. Non sempre ci sono riusciti. 
Non possiamo però imputare all'immigrazione odierna la responsabilità di tutti i mali. Noi stessi facciamo parte dell'immigrazione del passato e nei nostri geni ci sono sicuramente anche tracce degli immigrati del passato.
Il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato qualche giorno fa un interessante articolo sulla storia dell'immigrazione e da quello prendo spunto per questo post.
L'immigrazione in Europa inizia dalla notte dei tempi, ma alcune tappe possono farci comprendere che anche nei decenni prossimi al nostro tempo, l'immigrazione ha avuto numeri importantissimi.
Gli algerini cominciarono ad emigrare in Francia quando il paese era una colonia, hanno continuato durante la guerra d'indipendenza iniziata nel 1954 e durata per circa otto anni. Dagli anni novanta, circa 40.000 somali sono fuggiti dalla guerra civile e sono stati inglobati nella società svedese. In Gran Bretagna tre milioni di asiatici, tra i quali molti indiani, si sono insediati provenendo dalle ex colonie dell'impero. Tre milioni di Turchi sono stanziali in Germania, arrivati tra gli anni sessanta e settanta. Attualmente il grande trasferimento di persone ha origine, oltre che dall'esodo proveniente da territori in guerra, anche da zone svantaggiate del paese.
La storia dell'immigrazione ha però origini lontane che non riguardano il secolo scorso. Numerose ricerche confermano che ad esempio le "Invasioni Barbariche" non hanno più ragione di essere menzionate come tali. Si è molto più propensi a pensare che le "Invasioni Barbariche" siano più che altro Grandi Migrazioni. Gli studi archeologici dimostrano che una grande crisi climatica in Asia centrale ha costretto i popoli a migrare verso ovest.
Qualcuno potrà chiedersi perchè queste migrazioni erano considerate colme di violenza, di guerre e di battaglie rozze e crudeli. Ebbene alcuni episodi di violenza saranno sicuramente avvenuti nell'ambito generale delle grandi migrazioni, ma ad esempio Roma, nel II secolo d.C. integrò nelle loro schiere e nella vita civile, popoli che non appartenevano ai Romani e ai Greci. Chi non apparteneva al popolo Romano e Greco veniva chiamato Barbaro, ed è da qui che si ipotizzano tutti gli stereotipi associati anche adesso alla violenza e alla barbarie.
Moltissimi di questi popoli strinsero contatti con Roma e presero anche accordi per la loro integrazione negli eserciti e nella vita civile. Franchi, Germani, Visigoti poterono sistemarsi nei territori romani mantenendo anche i loro costumi, e tutto questo in cambio di servizi, in particolare sulla difesa dei territori e sull'agricoltura senza peraltro costruire nuove abitazioni ma occupando quelle già esistenti, ponendo anche una base sulle maniere e le abitudini locali.
L'integrazione era molto veloce. Gli scavi archeologici dimostrano che nel giro di pochissime generazioni anche le inumazioni e le tombe si mescolano, le caratteristiche di sepoltura si integrano e il culto dei morti rimane nel tempo.
Ecco perchè siamo all'interno di una circolazione continua di persone e di culture che non è dei nostri tempi ma proviene piuttosto da un'esigenza di trasferimento di popolazioni a favore di ambienti più favorevoli che possono accoglierli.
La storia, spesso mai presa in considerazione per scelte di macropolitica del futuro dei popoli, ha un ruolo fondamentale e la ricerca scientifica dovrebbe essere alla base di ogni riflessione sulla globalizzazione del mondo.

Vi invito ad ascoltare integralmente la conferenza di Alessandro Barbero qui sotto:

 

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